Nomina del Consulente A.D.R.: cosa sapere

Tutti noi “addetti ai lavori” ricordiamo molto bene la data del 1 gennaio 2023, ed ancor di più il “panico” generalizzato che ha coinvolto migliaia di aziende italiane quando sono venute a conoscenza del fatto che in tale data terminava il regime transitorio in cui l’obbligo di nomina del “Consulente ADR” era riservato solo alle aziende che trasportavano materie pericolose, ed a quelle che ne producevano e spedivano ingenti quantitativi.

Buona parte di queste aziende solo in quel momento è venuta a conoscenza dell’esistenza della figura del “Consulente ADR”; qualcuna, non poche, ha addirittura scoperto solo allora che esiste la normativa ADR.

Niente di anomalo, anzi, è uno scenario piuttosto usuale e comprensibile quando si tratta di norme che intaccano soltanto per una piccola parte l’ordinaria attività di un’azienda; per noi, invece, si tratta di un argomento all’ordine del giorno, e vogliamo quindi fare un po’ di chiarezza anche alla luce del nuovo Decreto uscito in G.U. il 20 settembre 2023 che regolamenta, stavolta in maniera più chiara, i casi di “Esenzione dalla nomina del Consulente ADR”.

Occorre però fare una doverosa ed importante premessa che spieghi che cos’è l’ADR, come funziona, perché ci riguarda, e a cosa serve il Consulente ADR.

Cos’è l’ADR

L’ADR è un Accordo Europeo (recepito e adottato in Italia con D.Lgs. 40/2000) che regolamenta il Trasporto di Materie Pericolose su strada e le attività ad esso collegate (carico, scarico), allo scopo di rendere il più sicure possibili queste operazioni, anche e soprattutto in caso di incidente; non c’è bisogno di spiegare infatti che un incidente stradale che coinvolga un camion carico di angurie non abbia gli stessi impatti che potrebbe provocare lo stesso incidente che coinvolga una cisterna di benzina o, peggio ancora, di GPL. Purtroppo, la storia ci racconta anche di questi eventi con conseguenze nefaste come, ad esempio, la strage di Viareggio in cui l’esplosione di alcune cisterne di GPL coinvolte in un incidente ferroviario provocò numerose ignare ed innocenti vittime.

Come funziona l’ADR

La stesura del testo dell’Accordo ADR ha comportato una mole di lavoro imponente: sono state infatti classificate e rubricate oltre 3.000 materie pericolose e composti chimici, suddivise in 13 classi di pericolosità a seconda del grado di rischio, e per ognuna di esse sono codificate tutta una serie di istruzioni operative che comprendono l’etichettatura, le modalità ed il tipo di imballaggio da utilizzare, quali sono le materie incompatibili che non possono essere caricate sullo stesso veicolo, quali gallerie può attraversare il mezzo di trasporto carico, le disposizioni speciali e quelle relative alle operazioni di carico e scarico, nonché, oltre a molte altre cose, i singoli limiti di esenzione previsti per quella singola materia. Si evince quindi che per sapere quali sono le disposizioni da rispettare, è necessario prima conoscere quali sono le materie che di volta in volta dobbiamo trasportare.

Proprio la natura così articolata della materia, ha fatto sì che nel testo sia stata prevista una formazione suddivisa su tre livelli:

  • una formazione di base, riservata ai c.d. “soggetti coinvolti”, ovvero chi si occupa del carico e scarico della merce, chi organizza i trasporti, e chi prepara la documentazione di accompagnamento;
  • una formazione per il Conducente del veicolo (CFP Adr), obbligatoria per chi guida mezzi che trasportano materie pericolose, che ha lo scopo di rendere edotto il conducente sui vari rischi delle materie trasportate, sul controllo della documentazione e dell’etichettatura dei colli, nonché sulle procedure di emergenza da adottare in caso di incidente;
  • un’abilitazione, a seguito di esame presso la Motorizzazione Civile, per il “Consulente per la sicurezza del trasporto di merci pericolose” (Consulente ADR), che sia in grado di identificare le materie, leggere le schede di sicurezza, interpretare correttamente l’accordo ADR, e dare le giuste indicazioni all’azienda che riguardino tutto il contesto della sicurezza del trasporto: la documentazione, l’etichettatura, quali imballaggi utilizzare, e molte altre cose che arrivano persino a prescrivere all’azienda il tipo di automezzo da acquistare per fare determinati trasporti.

Perché l’ADR ci riguarda?

Pensando ai rifiuti, l’ADR non è certo la prima cosa che ci salta in mente, anzi: il pensiero piuttosto generalizzato sui rifiuti è quello di considerarli pressoché innocui semplicemente perché sono rifiuti. Ma un’analisi più attenta ed approfondita fa emergere la realtà che molti rifiuti pericolosi, in quanto costituiti o semplicemente contenenti materie pericolose, sono disciplinati dall’ADR, e pertanto devono sottostare a tutte o parte delle disposizioni previste dall’Accordo. Ci sono rifiuti la cui pericolosità ai fini del trasporto è più che ovvia: ad esempio l’olio lubrificante o il solvente esausto, un acido o una soluzione di soda caustica esauriti, le vernici, i rifiuti ospedalieri. Ci sono però anche casi molto meno “eclatanti” disciplinati dall’ADR: le farine di pesce, i rifiuti di lana bagnati, i veicoli elettrici fuori uso, gli stracci usati.

Ovviamente non tutti i rifiuti devono sottostare ai dettami dell’ADR: in maniera analogamente eclatante si possono escludere a priori rifiuti quali carta e cartone, pneumatici fuori uso, legno, plastica, imballaggi in genere e molti altri. Questo non significa però che il trasporto possa avvenire in maniera incondizionata: dobbiamo sempre prevenire il rischio di inquinamento che è proprio di qualsivoglia rifiuto. Non inquina soltanto ciò che è pericoloso, ma inquina tutto ciò che non è al suo posto in un determinato ambiente. Un semplice foglio di carta non inquina in un cestino della carta, ma inquina ad esempio in un bosco.

Il consulente ADR

Il primo aspetto da chiarire è che se un’azienda rientra nei casi di esenzione dall’obbligo di nomina del Consulente ADR, non significa necessariamente che non abbia bisogno di consultarne uno, né tantomeno che gli obblighi in capo all’ADR finiscano lì.

Per quanto possa sembrare paradossale, il consulente ADR serve anche solo per sapere se siamo obbligati o no alla nomina ufficiale, a meno di non conoscere esattamente tutti i casi di esenzione previsti dall’Accordo.

Oltre a questo, il Consulente ADR è in grado di dirci in base alle materie/rifiuti che si devono spedire o trasportare, se e di quali fattispecie di esenzione possiamo beneficiare per quel singolo trasporto.

Quando si parla di “esenzione”, ci si aspetterebbe di vedere scritto sul Decreto un numero, un quantitativo in kg ben determinato oltre il quale siamo obbligati ma se “rimaniamo sotto il limite” no. Non è così: i casi di esenzione sono effettivamente tanti, i limiti ci sono, ma ogni materia ha il suo, ha il suo peso, e va indicizzato e sommato anche a quelli delle altre materie presenti sul veicolo in quel momento.

Torniamo quindi al fatto, fondamentale, che prima di sapere se possiamo essere esentati, dobbiamo conoscere ed identificare secondo l’ADR le materie da spedire o da trasportare: questo è un lavoro da Consulente ADR.

Esenzioni dalla nomina del consulente ADR

Dopo i tentativi di chiarezza fatti da alcune Circolari Ministeriali emanate durante l’anno in corso, il Decreto 7 agosto 2023, pubblicato in G.U. il 20 settembre 2023, ha finalmente messo un punto abbastanza chiaro su quali sono le aziende che possono essere esentate dalla nomina del Consulente ADR.

Prima di riportare gli articoli che disciplinano le esenzioni, vogliamo mettere il focus sugli adempimenti comunque obbligatori anche laddove non si abbia la necessità della nomina:

Art. 7. Prescrizioni di sicurezza

  1. Il legale rappresentante dell’impresa, che intenda avvalersi dell’esenzione dalla nomina del consulente per la sicurezza previste dal presente decreto, assicura che tutte le altre disposizioni dell’ADR, nella misura e nella modalità in cui risultino applicabili, siano verificate e puntualmente rispettate, tenendo conto degli aggiornamenti delle norme e delle procedure interne.
  2. Il legale rappresentante dell’impresa, inoltre, è responsabile della costante formazione in merito al trasporto di merci pericolose, secondo quanto previsto nel capitolo 1.3 dell’ADR. La registrazione dell’avvenuta formazione deve essere conservata per almeno cinque anni e resa disponibile all’autorità competente su richiesta.

Art. 8. Relazione di incidente

  1. Nel caso di incidenti gravi o eventi imprevisti che si siano verificati nelle fasi di carico, riempimento, trasporto o scarico di merci pericolose, e che richiedano una notifica secondo le indicazioni della sezione 1.8.5 dell’ADR, il legale rappresentante dell’impresa coinvolta in tale evento deve assicurarsi dell’inoltro al competente ufficio di Motorizzazione civile del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti del rapporto in conformità alla sezione 1.8.5.4 dell’ADR, che deve riportare, nella pagina di copertina del rapporto stesso, la condizione di esenzione della nomina del consulente.

E’ quindi importante segnalare che, anche se l’azienda non è obbligata alla nomina del Consulente ADR, deve comunque effettuare la formazione periodica di tutti i c.d. “soggetti coinvolti”.

Cosa può fare Selin per le aziende

Attraverso i nostri Consulenti ADR, possiamo fare per voi:

  • verifica, attraverso l’analisi dello storico delle merci/rifiuti e dei quantitativi spediti, della necessità o meno della nomina del consulente ADR;
  • assunzione, qualora prescritta, dell’incarico ufficiale di Consulente ADR opportunamente nominato agli uffici delle Motorizzazioni Civili competenti;
  • formazione obbligatoria, con periodicità annuale, di tutti i soggetti coinvolti anche nei casi di esenzione dalla nomina del consulente ADR con la relativa tenuta del registro di formazione;
  • predisposizione del registro interno di monitoraggio delle operazioni di spedizione previsto dagli artt. 4 e 5;
  • assistenza, anche estemporanea, in merito all’identificazione delle materie pericolose da spedire.

Disciplina delle esenzioni dalla nomina del consulente ADR

[…]

Art. 2. Oggetto

  1. Il presente decreto individua le condizioni alle quali le imprese che svolgono attività di spedizione o trasporto, oppure una o più delle connesse attività di imballaggio, carico, riempimento oppure scarico, di merci pericolose su strada, sono esentate dalla nomina del consulente per la sicurezza in conformità a quanto previsto dal paragrafo 1.8.3.2 dell’ADR.

Art. 3. Casi di esenzione per natura del trasporto, limiti quantitativi o disposizioni speciali

  1. Sono esentate dalla nomina del consulente per la sicurezza le imprese di cui all’art. 2 la cui attività comporti la spedizione, il trasporto oppure una o più delle attività correlate di imballaggio, carico, riempimento oppure scarico di merci pericolose che:
  1. rientrano nei casi di esenzione previsti dall’ADR;
  1. rispondono ad un regime di esenzione per l’applicazione delle condizioni di trasporto di cui:
  1. al cap. 3.3 dell’ADR «Disposizioni speciali applicabili ad alcune materie o oggetti»;
  2. al cap. 3.4 dell’ADR «Merci pericolose imballate in quantità limitate»;
  3. al cap. 3.5 dell’ADR «Merci pericolose imballate in quantità esenti».

Art. 4. Casi di esenzione per trasporti in colli

  1. Sono esentate dalla nomina del consulente per la sicurezza le imprese di cui all’art. 2 la cui attività comporti la spedizione, il trasporto oppure una o più delle attività correlate all’imballaggio, al carico oppure allo scarico di merci pericolose confezionate in colli, nel rispetto delle seguenti condizioni:
  1. per ogni operatore, è ammesso un limite massimo di ventiquattro operazioni per anno solare e tre operazioni per mese solare;
  2. ogni operazione deve rispettare i limiti quantitativi individuati alla tabella 1.1.3.6.3 dell’ADR ovvero alla sezione 1.1.3.6.4 dell’ADR, se tali merci appartengono a categorie di trasporto diverse;
  3. ogni impresa deve predisporre un apposito registro interno, di monitoraggio del numero di spedizioni eseguite annualmente, integrato dei dati di classificazione e identificazione di ogni spedizione, data di esecuzione, tipo di confezionamento (genere di imballaggio, recipiente a pressione, IBC o grande imballaggio) e relativo quantitativo netto. Tale registro, compilato per ogni anno solare, dovrà essere archiviato (in modalità cartacea o digitale) per un tempo minimo di cinque anni e reso disponibile all’amministrazione in caso di richiesta.
  1. Sono comunque escluse dalle esenzioni di cui al precedente comma 1 le materie appartenenti alla classe 7.

Art. 5. Casi di esenzione per spedizioni occasionali

  1. Sono esentate dalla nomina del consulente per la sicurezza le imprese di cui all’art. 2 la cui attività comporti lo svolgimento occasionale o saltuario, in ambito nazionale, di operazioni connesse alla spedizione, al trasporto, oppure ad una o più delle correlate attività di riempimento oppure scarico di merci pericolose, nei limiti e nel rispetto di tutte le seguenti condizioni:
  1. le materie devono essere caricate alla rinfusa oppure in cisterna;
  2. le materie devono essere assegnate al terzo gruppo di imballaggio o alla categoria di trasporto tre o quattro;
  3. il numero massimo di operazioni è di dodici per anno solare e di due per mese solare, con il limite massimo di 50 tonnellate di merci pericolose trasportate, per anno solare;
  4. ogni impresa deve predisporre un apposito registro interno, di monitoraggio del numero di spedizioni eseguite annualmente, integrato dei dati di classificazione e identificazione di ogni spedizione, data di esecuzione, tipo di confezionamento (rinfusa oppure cisterna) e relativo quantitativo netto. Tale registro, compilato per ogni anno solare, dovrà essere archiviato (in modalità cartacea o digitale) per un tempo minimo di cinque anni e reso disponibile all’amministrazione in caso di richiesta.
  1. Sono comunque escluse dalle esenzioni di cui al precedente comma 1 le materie appartenenti alla classe 7.

[…]

 

Michele Celli

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