Amianto: tipi di esposizione, effetti e legislazione

L’amianto è stato largamente impiegato come materiale nel settore dell’industria, dell’edilizia e dei trasporti. Ad oggi, le attività di estrazione, importazione, commercializzazione e produzione di questo minerale naturale sono proibite per legge.

Nonostante la messa al bando, elementi strutturali preesistenti contaminati possono liberare fibre di asbesto a seguito del deterioramento o danneggiamento dei materiali di cui sono costituiti.

In forma compatta, inglobato in una matrice cementizia, o in forma friabile, l’amianto è pericoloso e deve essere trattato seguendo procedure specifiche perché non disperda sostanze nocive nell’ambiente.

Vediamo quali sono i tipi di esposizione all’amianto, gli effetti sulla salute dell’inalazione e dell’ingestione di fibre di asbesto e come si è evoluta, nel corso degli anni, la normativa nazionale in materia di utilizzo, commercializzazione, produzione e bonifica dei manufatti contenenti amianto.

Tipi di esposizione

L’esposizione all’amianto comporta danni alla salute perché le fibre di asbesto sono un agente cancerogeno. Se disperse nell’aria, possono essere inalate. Se sciolte nell’acqua, possono essere ingerite.

L’utilizzo dell’amianto è stato abolito, ma è possibile entrare a contatto con le fibre di asbesto rilasciate da manufatti che lo contengono e che non sono stati ancora sostituiti o smaltiti correttamente.

Quando vengono disperse nell’aria, le fibre di amianto possono essere inalate ed entrare nell’organismo. A seconda della loro lunghezza e del loro diametro, si depositano in modo diverso nelle vie respiratorie. Quelle che hanno un diametro uguale o inferiore a 0,015 millimetri e una lunghezza compresa tra 0,08 e 0,2 millimetri penetrano più a fondo nei polmoni. Le fibre di misura maggiore, invece, si fermano nelle vie aeree superiori, in particolare nel naso e nella trachea, e vengono eliminate.

L’ingestione può avvenire in presenza di tubature in cemento-amianto che, erose dall’acqua o danneggiate, rilasciano particelle di asbesto nell’acqua potabile, la stessa che viene utilizzata per bere, cucinare, lavare gli indumenti, pulire la casa e per l’igiene personale.

Benché non ci siano evidenze scientifiche in merito alla pericolosità dell’ingestione di fibre di asbesto, a partire dagli anni ‘70 ha cominciato a farsi strada l’idea per cui l’amianto potesse avere effetti cancerogeni a carico dell’apparato digerente. L’ipotesi al vaglio consiste nella possibilità che le particelle di asbesto, se ingerite, raggiungano l’apparato gastro-intestinale e vengano assorbite dalle pareti dello stesso, depositandosi nei tessuti.

Le particelle di amianto presenti nell’acqua hanno una forma diversa rispetto alle fibre rilasciate nell’aria: hanno un diametro maggiore e una lunghezza minore. Tali caratteristiche le rendono meno pericolose per l’organismo rispetto alle particelle di amianto lunghe e sottili.

Effetti dell’amianto

Gli effetti dell’amianto sulla salute, a seguito dell’inalazione o dell’ingestione di fibre di asbesto, sono noti da lungo tempo. Numerose ricerche, nel corso degli anni, hanno dimostrato la correlazione tra l’esposizione all’amianto e l’insorgenza di diverse malattie, sia oncologiche che non oncologiche.

I rischi maggiori sono legati all’inalazione dell’amianto. Le fibre di asbesto, una volta inalate, si depositano all’interno delle vie aeree e sulle cellule polmonari. La presenza di queste particelle può causare malattie a carico dell’apparato respiratorio, come l’asbestosi, il mesotelioma e il tumore ai polmoni.

Prima che si manifestino queste complicazioni, è possibile che l’esposizione alle particelle di asbesto causi un’intossicazione da amianto. I sintomi dell’amianto nei polmoni possono presentarsi anche molti anni dopo l’esposizione e comprendono dispnea, tosse secca, crepitii inspiratori, oppressione e dolore al torace.

L’asbestosi è una malattia cronica caratterizzata dall’alterazione dei tessuti che costituiscono i polmoni. Causata da una prolungata inalazione delle fibre di amianto, si manifesta dopo 10 o 15 anni dall’inizio dell’esposizione e provoca danni irreversibili.

Il mesotelioma è un tumore maligno raro a carico della membrana che riveste i polmoni e altri organi interni. La malattia insorge a distanza di molti anni dalla prima esposizione, dopo circa 15 o 30 anni. Anche il cancro ai polmoni compare dopo molti anni di distanza dall’inizio dell’esposizione e può svilupparsi anche per esposizione a bassi livelli di asbesto.

Legislazione

La prima disposizione legislativa in materia di amianto risale al 1986, anno in cui è stata emanata l’ordinanza del Ministero della Sanità 26/06/86, che ha limitato la commercializzazione e l’uso della crocidolite, uno dei minerali che costituiscono l’amianto, in recepimento della Direttiva Europea n. 478 del 1983.

Le restrizioni sono diventate più stringenti con l’entrata in vigore del Decreto del Presidente della Repubblica n. 215 del 1998, che ha vietato l’utilizzo di tutti i minerali che costituiscono l’amianto per la produzione di alcune tipologie di prodotti, quali vernici, pitture, giocattoli e articoli per fumatori. La norma ha vietato anche l’applicazione a spruzzo e ha reso obbligatoria l’etichettatura dei manufatti contenenti amianto.

Con la legge n. 257 del 1992, l’Italia ha messo al bando l’amianto, vietandone l’estrazione, l’importazione, la commercializzazione e la produzione. La legge, però, non si è limitata a prescrivere la cessazione dell’impiego di questo minerale naturale, ma ha affrontato il tema dell’amianto in tutta la sua interezza, con particolare attenzione alla salute pubblica e ai rischi connessi ai manufatti contaminati commercializzati ed installati prima dell’entrata in vigore della norma.

È stato stabilito quali protocolli dovessero attuare le imprese impegnate nella lavorazione, manutenzione, bonifica e smaltimento dell’amianto ed è stato introdotto l’obbligo per questi soggetti di presentare annualmente una relazione tecnica alle Regioni e alle USL. Sono stati emanati disciplinari tecnici per gli interventi di bonifica ed è stato introdotto l’obbligo per le imprese attive nel settore dello smaltimento e della rimozione dell’amianto di iscriversi ad una sezione speciale dell’Albo Gestori Ambientali.

In merito al problema dell’amianto negli edifici, è stato stabilito l’obbligo per i proprietari degli immobili di notificare la presenza di amianto in matrice friabile alle USL, nonché l’obbligo per queste ultime di effettuare l’analisi degli edifici e di istituire un registro di localizzazione degli edifici contaminati. La norma ha conferito alle Regioni il potere di disporre, quando necessario, la rimozione dei manufatti contenenti amianto.

Il Decreto Ministeriale 06/09/1994 ha definito le metodologie tecniche per la valutazione del rischio, il controllo, la manutenzione e la bonifica di manufatti contenenti amianto. Sono stati individuati tre metodi di bonifica: rimozione, incapsulamento e confinamento.

Negli anni successivi, sono stati emanati altri Decreti Ministeriali con l’obiettivo di dettagliare quanto riportato nella legge n. 257 del 1992 e chiarire come eliminare l’amianto in modo efficace e sicuro. Il Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006, per esempio, ha introdotto l’obbligo di iscrizione all’Albo Nazionale Gestori Ambientali (ANGA) per tutte le imprese che eseguono la bonifica di manufatti contenenti amianto.

Indipendentemente dalla tipologia di bonifica dell’amianto da eseguire, l’iscrizione all’ANGA è un requisito che le ditte che si occupano del trattamento e della gestione di manufatti contaminati da asbesto devono possedere.

Noi di Selin siamo autorizzati alla bonifica dell’amianto dall’Albo Nazionale Gestori Ambientali e offriamo un servizio completo e su misura, mettendo al centro le esigenze del cliente, la tutela dell’ambiente e la salute delle persone.

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