L’amianto è un minerale di origine naturale che, grazie alle sue eccellenti proprietà fisiche e meccaniche, è stato largamente impiegato in una molteplicità di settori produttivi. Sebbene sia stato messo al bando con l’entrata in vigore della legge n. 257 del 1992, l’asbesto è ancora molto diffuso nel nostro Paese.
Sapere quando l’amianto è pericoloso è importante per evitare che l’esposizione ai materiali che lo contengono diventi rischiosa per la salute, mettere in atto un programma di manutenzione dei manufatti contaminati e, se necessario, eseguire un intervento di bonifica nel rispetto della normativa vigente.
1. Stato dell’amianto danneggiato o friabile
Non è la presenza in sé di amianto ad essere pericolosa, ma determinate condizioni in cui questo materiale si trova. L’asbesto, infatti, costituisce un rischio per la salute solo quando, per il suo stato di conservazione o l’azione aggressiva degli agenti esterni a cui è sottoposto, inizia a disperdere le sue fibre nell’aria.
È questo il caso dell’amianto danneggiato o friabile, presente principalmente nelle tettoie, coperture antifuoco, lastre isolanti termoacustiche e guarnizioni industriali ad elevata resistenza termica. Quando si trova in questo stato, l’asbesto si deteriora spontaneamente e libera le sue fibre, potenzialmente inalabili, nell’ambiente circostante, sotto forma di polvere, diventando un effettivo pericolo per la salute.
Più difficilmente, le fibre di asbesto vengono rilasciate dai materiali compatti, come lastre, tubazioni o serbatoi. Sebbene il rischio che ciò accada sia basso, molto dipende dallo stato di manutenzione dei manufatti. Questi ultimi, infatti, possono essere soggetti a danneggiamenti o sfaldamenti causati da agenti atmosferici, traumi o sollecitazioni meccaniche e diventare pericolosi.
I maggiori livelli di rischio sono stati riscontrati negli ambienti di lavoro dove l’amianto veniva manipolato e si riscontrano tutt’oggi nelle abitazioni dove è presente asbesto in cattivo stato di conservazione, nonché nel settore della bonifica.
Per tutelare i lavoratori incaricati della bonifica di amianto sono previste regole ferree che impongono l’adozione di un protocollo molto rigido, sia per quanto riguarda l’organizzazione degli interventi che la sorveglianza sanitaria.
2. Inalazione di fibre di amianto
L’inalazione di fibre di amianto comporta inevitabilmente un rischio per la salute. Questo vale anche se nell’aria sono presenti elementi fibrosi in ridotte quantità perché l’amianto è un agente cancerogeno.
Le fibre di asbesto sono sottilissime, possono essere inalate e depositarsi nelle vie aeree o sulle cellule polmonari. Alcune di esse possono rimanere nei polmoni per diversi anni, anche per tutta la vita. Quelle che hanno dimensioni contenute riescono a penetrare più a fondo nei polmoni, mentre quelle che hanno una lunghezza e un diametro maggiori si fermano nelle vie aeree superiori e possono essere eliminate più facilmente.
La presenza di questi elementi fibrosi all’interno dei polmoni può causare l’insorgenza di malattie gravi a carico dell’apparato respiratorio, di natura sia oncologica che non oncologica, come asbestosi, mesotelioma o tumore ai polmoni.
Causata da una prolungata esposizione alle fibre di amianto, l’asbestosi è una malattia cronica che si manifesta con l’alterazione dei tessuti che costituiscono i polmoni. Provoca danni irreversibili e può insorgere anche dopo 10 o 15 anni dall’inalazione.
Il mesotelioma è un tumore maligno che colpisce più frequentemente la pleura, ovvero la membrana che avvolge i polmoni, o il peritoneo, la membrana che riveste gli organi addominali. Più raramente, il tumore colpisce pericardio, tunica vaginale o testicolo. Può manifestarsi anche dopo molti anni dall’esposizione, circa 15 o 30.
Come il mesotelioma, il cancro ai polmoni può manifestarsi molti anni dopo l’inalazione e insorgere anche nei casi di esposizione a bassi livelli di asbesto. La ricerca ha dimostrato che l’effetto cancerogeno delle fibre di amianto depositatisi nei polmoni è amplificato nei fumatori o nei soggetti quotidianamente esposti ad altri agenti inquinanti, come gas di scarico o fumi industriali.
Tra le malattie asbesto correlate si annoverano anche il tumore della faringe, della laringe, delle ovaie, del colon, dello stomaco e dell’esofago.
Quante fibre di amianto occorre inalare per ammalarsi? Non è possibile determinarlo a priori, né definire una distanza di sicurezza da rispettare dai manufatti friabili o danneggiati per azzerare gli effetti dell’amianto sulla salute.
Le fibre di asbesto, infatti, possono disperdersi nell’aria con un’estensione variabile, influenzata dagli agenti atmosferici. Laddove si è in presenza di manufatti contaminati e friabili, esiste sempre il rischio di esposizione, sebbene la probabilità che l’organismo sviluppi patologie a carico del sistema respiratorio dipenda dal tempo di esposizione e dal tipo di fibre inalate.
Il rischio è chiaramente maggiore nel caso di esposizione prolungata, ma è reale anche in situazioni di singola esposizione o esposizione occasionale: l’unica soluzione per avere la certezza del rischio zero è la bonifica amianto.
3. Presenza di polvere di amianto in casa
L’amianto è stato largamente impiegato nell’edilizia civile e utilizzato per la produzione di rivestimenti per pavimenti, pareti e soffitti, impianti elettrici, tetti, facciate e finestre, isolamenti, tubature e impianti di riscaldamento. Tracce di asbesto in casa possono essere rinvenute anche all’interno di intonaci, colle, lastre di copertura e pannelli antincendio.
La presenza di polvere di amianto in casa può verificarsi quando questi manufatti contaminati vengono danneggiati e iniziano a disperdere fibre di asbesto nell’aria. Oltre agli interventi di ristrutturazione che prevedono modifiche strutturali e possono comportare la dispersione di un grande quantitativo di fibre tossiche, anche lavori più piccoli, come per esempio forare un muro contenente eternit, possono essere potenzialmente pericolosi e causare la dispersione di amianto.
Inalare fibre di asbesto, anche in piccole concentrazioni, può favorire l’insorgenza di malattie a carico dell’apparato respiratorio. Avere polvere di amianto in casa, infatti, vuol dire esporre se stessi e la propria famiglia a un grande rischio. Questo vale non solo per le fibre presenti nell’aria, ma anche per i residui di polvere sui vestiti.
Cosa fare se c’è amianto in casa? Se si ha il sospetto della presenza di polvere di amianto in casa, è opportuno rivolgersi ad una ditta autorizzata per fare ispezionare il sito e, se necessario, eseguire un intervento di bonifica (rimozione, incapsulamento o confinamento).
Noi di Selin siamo specializzati nella bonifica dell’amianto e garantiamo al cliente un servizio puntuale, trasparente e sicuro, nel totale rispetto dell’ambiente, delle persone e della normativa vigente, dal sopralluogo fino al completamento dei lavori.